Il formaggio di malga trentino è ben più di un semplice prodotto caseario artigianale: è il risultato di una storia di transumanza che si dipana da secoli tra le cime del Lagorai, dove aria cristallina e pascoli verdeggianti custodiscono da sempre gli odori e i sapori unici delle Dolomiti.
È proprio qui, tra le vette trentine, che la passione di intere generazioni di pastori e la magia di un territorio incontaminato hanno dato vita a un formaggio frutto di saperi antichi, che oggi vengono giustamente tutelati, per evitare che vadano perduti per sempre.
Le origini del formaggio di malga trentino
Il formaggio di malga trentino nasce nei prati che circondano le malghe, le strutture che durante l’estate ospitano i pastori durante l’alpeggio, ovvero il periodo in cui le mandrie vengono condotte sui pascoli d’alta quota, tra i 1.600 e i 2.200 metri di altitudine. Ed è
proprio qui che, da secoli, i “malghesi” mungono le loro mucche, tra il risuonare dei campanacci e il sole che fa capolino dalle cime innevate.
Quel latte di montagna, quindi, non ha proprio nulla a che fare con quello che trovi al supermercato, anche perché è il racconto di un territorio che resiste, che ha saputo nascondere gli antichi saperi tra la paglia delle stalle e li ha tramandati di padre in figlio, come avviene per i valori davvero importanti.
Nonostante l’industria divori le tradizioni locali senza alcuna pietà, tra le cime del Lagorai le caratteristiche della produzione del formaggio di malga trentino sono rimaste immutate: latte appena munto, cagliatura in recipienti di rame e stagionatura naturale, su tavole di larice o abete esposte ai venti alpini.
Ogni stagione, ogni pascolo, ogni mandria regala un sapore unico, irripetibile. Dal formaggio delicato realizzato in tarda primavera a quello più intenso e deciso che restituisce i profumi dei primi freddi, il segreto, però, è sempre e solo uno: l’alpeggio.
L’importanza dell’alpeggio nella produzione del formaggio artigianale trentino
Come accennato, l’alpeggio è una pratica tradizionale di allevamento che consiste nel condurre bovini, ovini e caprini dai pascoli di fondovalle a quelli di alta quota durante i mesi estivi. Ed è proprio questo l’elemento alla base della bontà del formaggio di malga trentino.
Lo spostamento delle mandrie, infatti, permette di sfruttare i ricchi pascoli montani e, grazie alla nuova alimentazione del bestiame, che qui si nutre di erbe spontanee, fiori di montagna e arbusti dei prati alpini, consente di produrre un formaggio unico al mondo. La nuova alimentazione delle mucche, infatti, si riflette direttamente sulla qualità del latte e, di conseguenza, del formaggio. Lo noterai subito: sapore più intenso, profumo più complesso e una ricchezza organolettica imbattibile.
Tra le caratteristiche del latte proveniente dalle mucche in alpeggio, e quindi del formaggio di malga del Lagorai, ricordiamo:
- maggiore contenuto di omega-3;
- profili aromatici più ricchi e complessi;
- consistenza più cremosa e strutturata;
- valori nutrizionali superiori rispetto ai formaggi provenienti dagli allevamenti intensivi.
Insomma, il latte di malga non teme concorrenti. Tanto che oggi la Libera Associazione Malghesi e Pastori del Lagorai è impegnata in una corsa contro il tempo per mettere in salvo le antiche tecniche casearie trentine, che resistono alle logiche dell’industrializzazione.
Formaggio di malga trentino: un’esperienza nel sapore dell’oro bianco della montagna
Fieri e orgogliosi dei loro antichi saperi, i pastori trentini aprono volentieri le porte delle loro malghe per offrire un’esperienza unica a chi desidera conoscere da vicino la vita dei malghesi e le antiche tecniche di produzione del formaggio di malga trentino. Confermando la tua partecipazione all’esperienza gratuita “Malghese per un giorno”, potrai infatti salire in quota, entrare in una malga e assistere alla produzione del formaggio di alta quota. Tra racconti avvincenti di chi vive la montagna ogni giorno e degustazione di formaggi in compagnia, questa è la tua migliore occasione per scoprire il viaggio del latte di alpeggio, dalla mungitura alla caseificazione.
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